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Introduzione

Le valli secche antartiche sono estremamente interessanti dal punto di vista biologico e geologico e la Valle Italia in particolare non è stata oggetto di ricerche da parte della comunità scientifica che ne parla solo marginalmente in rare pubblicazioni.

Gli aspetti biologici di fauna e flora delle valli secche sono stati approfonditi dalla classe 2ASU del Liceo e dalla classa 1ACM del Tecnico Malignani 2000 con la gentile collaborazione del professore Roberto Basana.

Le Valli Secche

La Valle Italia è una piccola conca di origine glaciale, situata in Penisola Antartica, nelle isole South Shetland, più precisamente nell'isola di re Giorgio, nella baia dell'Ammiragliato. La Valle Italia è maggiormente conosciuta per la prima spedizione italiana in Antartide.

La flora e la fauna della Valle Italia come in altre zone limitrofe dell'Antartide, è caratterizzata per lo più da organismi estremofili, dovendo essi adattarsi alle rigidissime temperature ed alle altre esposizioni naturali comuni nel Continente di ghiaccio che mettono a dura prova le specie animali e vegetali.

Gli uccelli presenti che volano,nidificano sulle coste più miti (petrella) mentre ben 4 specie di pinguini (uccelli incapaci di volare) condividono quest'area con 7 specie di pennipedi.

Vi sono molti pochi invertebrati terrestri, anche se le specie che vi abitano hanno un'alta densità di popolazione; nelle acque vive il krill antartico il quale forma densi sciami che si diffondono durante l'estate. Quest'ultimo animale, in particolare, è a rischio di estinzione a causa della sua caccia intensiva. Il krill viene infatti utilizzato in tutto il mondo per la fabbricazione degli integratori naturali, ricchi di Omega 3. Questo animale è particolarmente noto per essere la principale fonte di nutrimento delle balene.

Nel territorio della Valle Italia si trovano inoltre differenti esemplari di:

Pinguini di Adela:  Uccelli appartenenti alla famiglia Spheniscidae; sono i pinguini più largamente diffusi sulle coste del continente Antartico. Essi sono però minacciati dal costante scioglimento dei ghiacciai legato al riscaldamento globale.

Balene: Le balene sono i più grandi mammiferi marini e le più grandi creature viventi. Al posto dei denti hanno delle formazioni cornee sfrangiate, chiamate fanoni, che funzionano da filtri e trattengono i piccoli organismi fluttuanti nell’acqua, come il Krill, del quale le balene si nutrono. Le balene, un tempo molto diffuse in Antartide,con il passare degli anni e con l'aumento della caccia intensiva di questi animali, risultano ormai in numero ridotto. In particolare in questi territori gli ultimi avvistamenti risalgono ad anni fa.

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Foca leopardo: Appartiene alla famiglia delle Phocidae e rappresenta l'unica specie nel suo genere. La foca Leopardo è un animale tra i più grandi, tra le foche presenti in Antartide è addirittura la seconda per dimensioni. Predatore di Krill, ha vista e olfatto molto sviluppati.

Skua: Sono uccelli simili a gabbiani di colorazione bruna, che vivono nei mari freddi dell'Antartide. Essi sfruttano il loro volo potente e il loro becco uncinato per molestare gabbiani e altri uccelli marini, per poi derubarli dal pesce; talvolta si avventano sugli uccelli più piccoli per divorarli. Difendono con grande accanimento il proprio nido, attaccando chiunque si avvicini. Talvolta per difendere il nido attacca gli uomini.

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Elefante Marino: Gli elefanti marini sono dei mammiferi carnivori appartenenti al genere Mirounga. L'origine degli elefanti marini è oscura. Alcuni autori sostengono che il genere si sia originato nell’Antartico.

Albatros: Sono tra i volatili più grandi della Terra e, addirittura, l'albatro urlatore è l'uccello vivente con l'apertura alare più grande al mondo.

Stelle marine: questi esemplari si trovano in tutti i mari del mndo compreso quello Antartico.

Moltissime specie di funghi sono stati trovati nell'area. Tuttavia le piante di numero ridotto sono limitate perlopiù nel bordo occidentale; si possono trovare inoltre alcuni muschi, licheni in ambienti asciutti, muffe resistenti al freddo e ciuffi d'erba sparsi. Questi colonizzano il ghiacciaio, e si trovano specialmente nella parte più bassa della lingua di Permafrost lunga 350 metri, larga 100 metri, situata dai 100 ai 300 metri sul livello del mare. Ciò viene riportato da Serrano nell'anno 2000 attraverso il suo scritto "Rock glaciers in the South Shetland Islands, Western Antartica".
Potrebbe sopravvivere su Marte il fungo antartico Cryomyces antarcticus, studiato in uno degli esperimenti condotti sulla Stazione Spaziale Internationale (Iss): gli astronauti sono riusciti a coltivarlo, per un anno e mezzo, in condizioni molto simili a quelle caratteristiche del pianeta rosso. I risultati sono pubblicati sulla rivista Astrobiology.

Nel 1819 l'isola di re Giorgio è stata teatro di attacchi di bracconaggio da parte di cacciatori che operavano nei pressi dell'isola per ricavare pellicce animali. Importantissima è la caccia delle foche e balene che si è svolta nelle isole Shetland nel XIX e XX secolo. Le fonti affermano che nel 1800 gruppi di balenieri inglesi andarono nel territorio antartico, scendendo nella penisola allestirono costruzioni improvvisate con capanne o grotte fatte di pietre o ossa di balena. Nelle navi e soprattutto nei ripari temporanei, per cibarsi e raccogliere il pregiato olio, venivano uccise le foche e le balene . Quest'olio veniva utilizzato per l'impermeabilità di scarpe e tube (copricapi nobili). L'archeologia antartica, una branca dell'archeologia, studia proprio questi reperti.
Renato Cepparo ritrovò in una di queste caverne un boccale di ferro battuto, risalente al 1800. L'ipotesi, confermata, è quella che questo reperto sia l' originale dei bracconieri inglesi.

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Una curiosità è l'invasione di granchi nella penisola , l'animale estraneo all'ecostistema (alloctono) mette a dura prova la stabilità del territorio.

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Finora era considerata l'area del Pianeta meno vulnerabile all'invasione di specie aliene, protetta da una corrente oceanica che la isolava a livello biologico creando una barriera insuperabile per gli organismi marini. Eppure anche l'Antartide è a rischio biodiversità, a causa del riscaldamento globale che ha reso più ospitali le sue acque. L'allarme arriva da uno studio pubblicato sul Journal of Biogeography, secondo cui alcuni granchi, fino a qualche tempo fa estranei a questo ecosistema, ora costituiscono una minaccia per la vita marina antartica. Il rapido aumento delle temperature al largo della penisola antartica occidentale mette in pericolo la fauna che vive sui fondali marini, esposta a una maggiore predazione da parte di alcune specie di granchi, spiegano i ricercatori statunitensi. Le basse temperature e la protezione della corrente circumpolare antartica avevano impedito ai granchi di stabilirsi in quest'area, dove ultimamente ne sono stati rinvenuti alcuni esemplari. E la presenza di specie aliene subantartiche potrebbe aumentare rapidamente, favorita dall'intenso traffico delle navi che trasportano fauna nelle acque di zavorra.

Una spedizione scientifica nel 2017 ha trovato i resti di alberi vissuti nel continente antartico oltre 260 milioni di anni fa in condizioni estreme e capaci di resistere a mesi di buio permanente. Alla fine della spedizione avevano recuperato 13 frammenti fossili di alberi. La scoperta dei fossili suggerisce che il più freddo e secco dei continenti ha avuto un passato verde e boscoso. Nel 1975-76 l’Ammiraglio Flavio Barbiero scoprì una foresta fossile nelle vicinanze della base Giacomo Bove. Dopo l’eccezionale scoperta, i campioni vennero analizzati e classificati da vari atenei che pubblicarono i risultati su prestigiose riviste scientifiche.

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La NASA attraverso il costante controllo del pianeta dai propri satelliti ha scoperto una spaccatura che misura 70 km di lunghezza situata in Antartide . Si tratta di una enorme crepa che si è verificata nel continente antartico e che, stando ai dati in possesso, rivela una profondità di circa 500 metri.

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Le foto aeree effettuate nel corso della missione IceBridge, un progetto della NASA nato 8 anni fa per monitorare i cambiamenti nel ghiaccio del polo e nel mare circostante, mostrano una crepa mai vista prima che, dal continente antartico, tende a dirigersi verso il Sud America.
Una parte del ghiacciaio interessato si sta letteralmente svuotando e l’ampliarsi della rete dei profondi crepacci potrebbe creare il distacco di un’enorme massa di ghiaccio che a sua volta provocherebbe un preoccupante innalzamento del livello del mare a livello globale.

Ricerca svolta da: Noemi Iovine, Lucia Marzola, Zoe Marie Baldo
Sitografia: National Geographic,Wikipedia, Focus Stech, Youtube, Ansa, Nasa
Bibliografia: Rock glaciers in the South Shetland Islands, Western Antartica_Serrano; Analysis on a metal mug discovered in Antartic Peninsula in the candidate site “Giacomo Bove Station ruins”_Fabbri